Il suo nome è sinonimo di energia. A parlare per lei è un curriculum tanto lungo e qualificato che non ammette né dubbi né interpretazioni. Da più di un decennio si occupa di energia e ambiente, un settore complesso e articolato che ha guidato con piglio manageriale e competenza, tanto da guadagnarsi credito e stima sui tavoli europei, dove per conto della Regione Abruzzo ha coordinato le strategie sulla pianificazione energetica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Un ambito che non ha segreti per Iris Flacco, dirigente regionale con un passato da geologa militante, oggi come ieri in prima linea nel campo delle politiche ambientali. La sua ultima sfida riguarda la programmazione e le attività legate ai cambiamenti climatici, tema che ha seguito da vicino in due appuntamenti di importanza internazionale come la conferenza di Lima e quella di Parigi.
Nella sua agenda ha già inserito il meeting mondiale organizzato dall’Onu a Marrakech, ulteriore tappa di un percorso cui l’Abruzzo partecipa attivamente.
«Da anni siamo impegnati su molteplici fronti che hanno come minimo comun denominatore la tutela ambientale e in particolare le attività finalizzate alla diminuzione delle emissioni inquinanti in atmosfera. Sforzi che hanno dato il loro frutto, visto che abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati. E siamo convinti di poter continuare su questa strada. Oggi il nostro lavoro, e la conferenza di Marrakech servirà anche a questo, punta a dare concretezza e rafforzare il patto dei sindaci per una corretta gestione del territorio tout court. Si tratta in sostanza di sottoscrivere un nuovo patto ambientale con una diversa cabina di regia che vede il suo punto di forza nella concertazione e nella collaborazione tra pubblico e privato. Alla Regione spetterà il compito di coordinare gli interventi individuati sulla base di una lista di priorità espresse e realizzabili. Nessuna lista dei desideri o libro dei sogni. Puntiamo a piani concreti da attuare con i sindaci e gli stake holders. Questo credo sia il vero significato di fare rete».
L’esperienza di Lima come quella di Parigi, quale apporto hanno dato alla definizione delle nuove strategie regionali?
«Innanzitutto aver partecipato ad appuntamenti di così grande rilievo e prestigio internazionale è un segno tangibile di riconoscimento di quanto fatto nel campo delle politiche a sostegno delle fonti di energia rinnovabile. Detto questo, ci è stata data la possibilità di conoscere meglio le nuove metodologie e di affinare le best practice che costituiranno le linee guida del nuovo modello di governance in questo ambito così importante per la crescita e lo sviluppo del nostro territorio».
I nuovi scenari implicano anche una revisione del Piano Energetico?
«Certo che sì, abbiamo raggiunto gli obiettivi contenuti in quello strumento di programmazione che oggi deve essere rivisto e riscritto. Un obiettivo al quale la regione intende lavorare nel prossimo anno».
Oltre al Piano, quali sono i programmi ai quali state lavorando?
«Stiamo studiando dei nuovi sistemi per la riduzione delle emissioni di CO2 per le aziende presenti nella nostra regione attraverso la formula dei certificati verdi, una forma d’incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Ma più in generale stiamo portando avanti un diverso modo di intendere le politiche energetiche e quella ambientali calibrate sul territorio e legate alla possibilità di essere competitivi e produttivi. Per questo la nuova governance mette in campo non solo investimenti, ma anche i costi di gestione, cambiando così radicalmente il modo di intendere la programmazione degli interventi».
Un’autentica rivoluzione green affidata a chi, come Iris Flacco, della tutela ambientale ha fatto, oltre che un lavoro, una filosofia di vita.