In questo 2018 lo scenario è cambiato e va in contro tendenza a quella che è l’innovazione a tutti i costi, mettendone in discussione anche il valore sociale.
Se questo è lo scenario per il 2018, forse le parole da mettere in fila per capire cosa vorrà dire vivere e lavorare nel futuro sono altre. Meno affascinanti, forse. Sicuramente più utili.
Formazione. La prima parola non può che essere formazione. Un po’ perché il mondo non è solamente cambiato tantissimo, in questi anni, ma soprattutto perché la tecnologia ha impresso al cambiamento un ritmo impressionante. Ormai è pensiero comune che la scuola sia per tutta la vita, che sia necessario predisporsi a imparare costantemente cose nuove. Nel 2017 l’enfasi ha riguardato l’industria, prevalentemente quella manifatturiera, con la domanda formativa legata a Industria 4.0 che ha generato academy aziendali, una rinnovata attenzione per gli istituti tecnici e per il coding e la robotica, sin dalle elementare. Tutto giusto, ma è come guardate il futuro dallo spioncino della porta d’ingresso. Perché ogni professionista – dall’avvocato al medico, dal giornalista allo stesso insegnante – sarà obbligato a imparare cose nuove, a cambiare radicalmente la propria stessa idea di lavoro. La formazione per sempre – o life long learning, per i puristi – è una rivoluzione che cambierà radicalmente le nostre vite. Anche – anzi, soprattutto – se decideremo di farne a meno.
Sicurezza. Cyberattack è una parola che eravamo abituati a leggere nei romanzi di fantascienza. Ora gli esperti della sicurezza americana sono convinti, scrive Bloomberg, che ci siano rischi concreti che degli hacker possano addirittura entrare nelle centrali e elettriche e nucleari americane e “spegnere l’America” chissà per quanto. Se non avete idea di cosa significhi, provate a pensare anche solo a quanto possa costare l’hackeraggio di un data center di Google o di Facebook. E pensate pure a questo: che se un hacker è in grado di spegnere l’America, può pure penetrare ovunque nella vita delle persone e delle aziende. Previsione molto facile: il 2018 sarà un anno di investimenti in sicurezza informatica. E se avete voglia di reinventarvi e imparare cose nuove, questa può essere quella giusta.
Analisi. Ok, abbiamo raccolto un mare di big data da poter prevedere qualunque cosa su qualunque persona. Il tema è un altro, semmai: sappiamo interpretarli? L’Harvard Business Review diceva cinque anni fa che il Data Scientist sarebbe stato il lavoro più sexy del 21esimo secolo e forse non avevano tutti i torti. Soprattutto oggi, in cui ogni cosa è interconnessa, i big data rischiano di diventare il rumore bianco della nostra epoca, una massa indistinta che va oltre la nostra capacità di analisi. Ecco perché è importante investire sulla professione del data scientist.